Garantire il diritto all’abitare attraverso una politica comunale per la casa
L’abitare è il presupposto necessario e indispensabile per essere cittadini, per avere una città equa, inclusiva e quindi sicura. La questione casa non è una emergenza è un diritto, è il presupposto per il diritto alla città.
Nonostante la popolazione di Roma sia stabile negli ultimi 50 anni, il numero delle famiglie è aumentato. Per questo c’è bisogno di più case, non da costruire ex novo, ma da realizzare attraverso il recupero di immobili esistenti non residenziali e con il frazionamento degli appartamenti più grandi.
Favorire il riuso dell’esistente e il cambiamento radicale di parti della città: serve un grande piano di rigenerazione di tutto il patrimonio edilizio residenziale del Comune, utilizzando i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e le agevolazioni sul risparmio energetico (bonus 110%). Le politiche attive per l’abitare si articoleranno in:
– nuove case popolari
– più alloggi in afftto
– sostegno per i privati che sono in afftto di mercato
– sostegno per l’acquisto della prima casa alle giovani coppie
– aiuti e incentivi ai proprietari di casa se affttano a canone concordato
– rigenerazione ecologica, ambientale ed energetica degli immobili occupati.
Proponiamo la costituzione di una Agenzia per l’afftto residenziale che gestisca la messa in afftto del patrimonio residenziale che i privati, singoli o soggetti giuridici, metteranno a disposizione per l’afftto secondo il cosiddetto terzo canale della legge sull’afftto (canone concordato). I proprietari che metteranno a disposizione i loro immobili potranno usufruire di una copertura assicurativa per ridurre il rischio nel caso di morosità e di uno sgravio di quota parte dell’IMU per la seconda casa.
È necessario studiare il livello normativo adeguato a impedire che il patrimonio privato rimanga inutilizzato, riappropriandosi dei lugubri scheletri che popolano la città così come delle innumerevoli palazzine residenziali invendute, e trovando una destinazione d’uso che ne valorizzi le potenzialità, metterli a disposizione della cittadinanza.
Gli immobili così recuperati possono essere utilizzati per risolvere l’emergenza abitativa, o per ospitare i servizi necessari ai quartieri che li ospitano, anche attraverso la messa a bando degli spazi, così che associazioni e gruppi civici abbiano l’opportunità di trasformarli in luoghi di aggregazione sociale, rigenerando i quartieri periferici e combattendo la gentrifcazione e spopolamento in quelli centrali. necessario mettere in atto misure che le rendano meno lucrative, imponendo un numero chiuso per le case vacanze, sia in termini di numero sia in termini di giorni a disposizione degli “host”, alzando le imposte locali di chi fa dell’afftto breve una professione, e richiedendo che chi ottiene alti ricavi dagli afftti brevi sia costretto a iscriversi al registro delle imprese, con tutti gli obblighi fscali che ne conseguono.