Roma è la prima città d’Italia per numero di Università: 4 università pubbliche, 5 università private, 8 università telematiche, 24 atenei pontifci, 4 università internazionali – 2 americane, 1 francese ed 1 spagnola – a cui si aggiungono 47 distaccamenti di università americane. Di conseguenza, un enorme numero di studenti, ricercatori e docenti che vivono ed operano nella città. A Roma hanno sede alcune istituzioni nazionali di altissimo proflo, ma poco inserite nel circuito cittadino: Archivio centrale dello Stato, Sovrintendenza generale, Biblioteca nazionale, CNR, Accademia dei Lincei.
Occorre mettere in connessione le competenze di questo enorme capitale umano con le esigenze della città, del settore sociale, del settore produttivo, in modo da poter innovare i servizi ed i prodotti, ma anche garantire la possibilità di mantenere ed accrescere il numero di giovani ricercatori ed accademici in città, limitato la fuga dei cervelli.
Dobbiamo garantire ai neolaureati nelle nostre università di lavorare almeno due anni a Roma. Dobbiamo farlo con il patto tra politica, scienza e impresa per il futuro della città, che deve coinvolgere anche i giovani. Offrendo contratti di apprendistato e formazione presso le imprese del territorio coinvolte nel patto. E costruendo così una vera fliera di formazione, innovazione e lavoro. Trattenere e attrarre i giovani è serve a loro, serve alle imprese, serve alla crescita della città. È la miglior promessa di futuro che Roma può darsi.