La Roma immobile

Il 30 ottobre 2015 un foglio giaceva sul tavolo di una stanza vuota dell’Assessorato all’Urbanistica di Roma capitale che mi apprestavo a lasciare. Quel foglio registrava l’elenco di tutti gli atti e i progetti che rimanevano in sospeso a causa dell’improvvisa interruzione della giunta Marino.

Era una lettera rivolta al Commissario Prefettizio perché agisse in fretta nel solco di impegni, procedure, macchine amministrative già avviate e qualche volta persino in dirittura d’arrivo.

Progetti urgenti e necessari.
Cinque anni dopo, della quasi totalità di quegli interventi non resta che quel foglio sul tavolo. Interventi che sono ugualmente urgenti. E forse indispensabili. Ma immobili.

Ecco i punti che specificavo in quel documento:
  • Le regole da applicare all’edilizia agevolata (già approvate dalla Giunta ma non dall’Assemblea Capitolina). Mi riferivo in particolare alla delibera sulle sanzioni alle imprese che non avevano applicato i prezzi massimi di cessione;
  • la realizzazione di alloggi sociali;
  • la trasformazione della ex caserma Donato a Magliana;
  • l’escussione delle fidejussioni a danno degli operatori inadempienti nella realizzazione delle opere pubbliche nei piani di zona con cessione del credito ai consorzi attivi per completare le opere;
  • l’approvazione definitiva del Progetto Urbano San Lorenzo;
  • il progetto di restauro e risanamento conservativo delle Torri dell’Eur;
  • il Piano di recupero del Quartiere della Città della Scienza;
  • il piano di recupero della Caserma Ulivelli, Forte Trionfale, (andava solo completato l’iter di adozione del Piano già approvato in Assemblea Capitolina nel Novembre del 2014).

In particolare, la realizzazione di alloggi sociali si sarebbe dovuta realizzare in attuazione di un protocollo siglato con Cassa depositi e prestiti che avrebbe comportato investimenti per un ammontare di circa 190 milioni di euro. Un buon risultato. Ma questi finanziamenti erano vincolati alla definizione di procedure che avrebbero dovuto essere approvate entro il 31 dicembre 2015. Successivamente, gli investimenti sarebbero decaduti.

Esattamente com’è accaduto.

Eppure la richiesta di alloggi a costo accessibile è una delle questioni più urgenti a Roma, il disagio abitativo a Roma riguarda circa 50 mila famiglie. E sono in grave aumento in questo periodo di pandemia. Ma nulla si muove.

Eppure si può ancora fare. Possiamo ripartire da quel foglio sul tavolo.

Basta volerlo.

(Articolo di Giovanni Caudo)

Condividi su:
sii il primo a condividere