Roma Futura è una lista civica che si propone di rappresentare all’interno della coalizione del centro sinistra una proposta politica alternativa ambientalista, femminista e di giustizia sociale offerta al fermento sociale che anima la città ma che non trova ancora piena rappresentanza e che intende affermare e consolidare i valori costituzionali dell’antifascismo e dell’antirazzismo e che fa proprie le lotte per i diritti delle persone LGBT+.
Una lista che afferma il ruolo centrale delle politiche pubbliche intese come fonte essenziale anche del confronto tra le diverse parti sociali ed economiche la cui soluzione ha come esito la costruzione della città pubblica. La città è un prodotto sociale, collettivo e per questo riteniamo necessario riconquistare la capacità da parte da parte dell’Amministrazione di pianificare i servizi, valorizzando le risorse e il patrimonio, nell’unico interesse e criterio di migliorare la qualità della vita e sostenere lo sviluppo civile di tutti i cittadini. Oggi Roma è contemporaneamente inefficiente e ingiusta. Noi vogliamo costruire una città più semplice ed equa. Per questo occorrono ad esempio un decentramento amministrativo spinto per dare più poteri ai Municipi,aprire nuovi asili nido e spazi, a partire dalle scuole, per la socialità dei nostri ragazzi.
Roma Futura fa proprie alcune questioni programmatiche centrali già oggi ma ancora di più per il futuro di Roma.
1. Roma verde e sostenibile. La riconversione ecologica ed energetica, dal ciclo dei rifiuti alla mobilità alternativa per la riduzione delle emissioni, all’affermazione dei principi di sostenibilità nei diversi ambiti proposti dall’Agenda 2030, costituiscono gli ambiti di azione e di costruzione delle scelte di governo. Nei prossimi anni è su questi temi e sulle conseguenti scelte amministrative che si misurerà il grado di innovazione del governo di Roma. Puntare a disegnare le infrastrutture ecologiche per la biodiversità è il più importante progetto per il futuro della città. Bisogna riunire a sistema l’importante patrimonio verde che risulta oggi frammentato. È qui che prende forma anche Roma Agricola. L’integrazione con gli impegni internazionali e con le politiche dell’Unione Europea sui temi della transizione ecologica costituiscono un preciso impegno per il governo di Roma.
Così come investire sul trasporto pubblico per superare lo strapotere dell’auto e provvedere ad azioni per aumentare la capacità della città di prevenire e resistere a shock e stress dovuti al cambiamento climatico.
Nella transizione ecologica la città deve promuovere la cultura e la pratica dell’economia circolare. Anche in questo senso occorre un nuovo piano regolatore generale coerente con le politiche urbane ecologiche e resilienti, a consumo di suolo zero.
Gli spazi pubblici della capitale sono l’infrastruttura su cui costruiamo comunità. Realizzare piazze dove non ci sono e ridisegnare spazi pubblici è una risorsa e non un problema. Da qualche anno si è diffusa la narrazione che la socialità dei giovani comporti il degrado della città. Noi pensiamo che la socialità dei giovani sia altro dal temuto degrado, ma crediamo anche che debbano essere garantite la cura della cittá e il rispetto di tutti i cittadini, attraverso servizi, educazione collettiva alla responsabilità, opportunitá culturali e di svago di qualitá in particolare per i più giovani. La rigenerazione urbana non esiste senza rigenerazione umana.
2. Roma che combatte le sue diseguaglianze: sociali, territoriali e di genere. La pandemia ha divaricato diseguaglianze insostenibili che affliggono da troppo tempo la capitale, esito di un modello sociale e di sviluppo insostenibile e iniquo, e ha favorito il proliferare di fenomeni malavitosi e mafiosi che tengono in ostaggio interi quartieri. Roma ha davanti a sé la sfida di elaborare politiche comunali per il lavoro degno, l’abitare, il contrasto alla povertà e la cultura e la conoscenza.
Affermare il diritto all’abitare attraverso una politica comunale per la casa, promuovere percorsi di accoglienza per i nuovi arrivati e una città vicina alle persone fragili e in condizioni di povertà sono articolazioni prioritarie di questo ambito programmatico. Le reti del sociale e del mutuo soccorso che in questa città svolgono un ruolo decisivo per supplire, in molti casi, alle carenze delle istituzioni comunali e contrastare la povertà costituiscono un punto di riferimento per il governo della città. Roma Capitale nel sociale non basta a sé stessa, sono indispensabili scelte radicali: si tratta di promuovere e realizzare un vero e proprio patto di cooperazione, coprogettazione e coprogrammazione tra Roma e le realtà del terzo settore e non che già operano nel territorio e che durante la pandemia hanno rappresentato una risorsa decisiva per aiutare i cittadini.
Contemporaneamente la scuola e la cultura sono leve irrinunciabili per la città futura: una città che educa e che apprende, che garantisce a tutte e tutti l’accesso alla conoscenza e alle occasioni culturali e formative, è il nostro orizzonte. A cominciare dalle bambine e i bambini e aprendo le scuole alle domanda di sapere della popolazione adulta.
Il patrimonio immobiliare pubblico deve essere messo in azione a sostegno di politiche culturali, per i giovani, per la rete socio-sanitaria di prossimità e per favorire le politiche di genere. Una città dei diritti inizia con il mettere in campo una strategia educativa integrale per i diritti delle persone LGBT+ attraverso il coinvolgimento diretto della comunità.
3. Roma e la sua grande ricchezza. Roma non è più la Capitale del Novecento e non potrà tornare ad esserlo, non ci sono più le condizioni. Roma deve reinventarsi un ruolo facendo affidamento sulle sue risorse e la sua ambizione internazionale. C’è bisogno di mettere insieme tutte le risorse migliori per definire il nuovo ruolo che la città intende svolgere: bisogna ridisegnare la traiettoria del suo futuro. Le crisi dei primi vent’anni del XXI secolo sono state delle occasioni perse e ci si è trascinati nella speranza di poter recuperare le rendite del passato. In questo modo si è dato spazio al declino: adesso non sono più rimandabili scelte radicali e di forte innovazione. Roma ha un importante patrimonio scientifico fatto di persone e istituzioni talvolta di eccellenza, è necessario metterlo in connessione con le esigenze della città per costruire, da oggi, il futuro della città a cominciare da una strategia per mantenere qui i nostri giovani. Occorre un patto tra Amministrazione, politica, scienza (a partire dalle Università e dagli Enti di Ricerca) e impresa per lo sviluppo sociale ed economico di Roma, orientato in modo sostenibile ed equo, ricollocando la città nello scenario internazionale e nelle principali reti di collaborazione tra municipalità europee. Di cosa campa Roma? C’è bisogno di rifondare il modello economico della città guardando in primis alle nuove possibilità offerte dal diverso rapporto che si sta instaurando tra produzione (manifatturiera e non) e città. Al patrimonio culturale, che costituisce da sempre il riferimento principale nella costruzione della ricchezza di Roma e a un turismo non predatorio, si devono affiancare politiche a sostegno dell’innovazione nel sistema economico di Roma che deve guardare a settori ad alta specializzazione, come il bio-medicale e la logistica.
Il percorso di costruzione di una lista che vuole mantenere un profilo civico ma che non nega la centralità della politica deve solo chiedere a tutti quelli che vi aderiscono una partecipazione senza connotati partitici. La sua composizione non può non muovere prioritariamente dall’adesione convinta, totale e coerente con gli ambiti programmatici che ne delineano i fattori di coesione nell’azione politica.